Immaginate questo scenario: non avete mai creato un account su un particolare social network, eppure quella piattaforma ha un profilo su di voi con il vostro nome, numero di telefono, indirizzo email e persino informazioni sui vostri interessi e le vostre relazioni. Sembra una violazione della privacy, vero? Benvenuti nel mondo degli shadow profiles.
Uno shadow profile è essenzialmente un profilo utente creato da una piattaforma di social media senza il consenso o la conoscenza dell’individuo. Questi profili vengono costruiti raccogliendo dati da varie fonti, tra cui informazioni caricate da altri utenti e dati raccolti tracciando l’attività online dell’individuo. L’obiettivo è creare un ritratto dettagliato di una persona, anche se quella persona non ha mai acconsentito esplicitamente alla raccolta dei propri dati.
Quindi, anche se avete scelto di non iscrivervi a un particolare social network, c’è una buona probabilità che abbiano comunque un’ombra di voi nei loro database. In questo articolo, esploreremo in dettaglio come funziona questo processo e le sue preoccupanti implicazioni per la privacy online.
Come vengono creati gli shadow profiles?
I social media utilizzano diverse tattiche per raccogliere dati su utenti non iscritti e costruire shadow profiles. Ecco un’analisi approfondita dei metodi principali:
1. Il ruolo delle liste di contatti
Uno dei modi più comuni in cui i social media ottengono informazioni su utenti non iscritti è attraverso le liste di contatti caricate da altri utenti. Quando qualcuno si iscrive a una piattaforma di social media, spesso gli viene data l’opzione di caricare la sua rubrica o consentire l’accesso ai suoi contatti. Se l’utente acconsente, la piattaforma può raccogliere informazioni come numeri di telefono, indirizzi email e nomi associati a individui nella lista dei contatti, anche se quegli individui non hanno un account sulla piattaforma.
Ad esempio, diciamo che il vostro amico Marco si iscrive a un nuovo social network e carica la sua rubrica, che include il vostro nome, numero di telefono ed email. Anche se voi non avete un account su quel social network, ora hanno queste informazioni di contatto associate a voi. Possono utilizzare questi dati come base per creare un shadow profile, collegando le informazioni di contatto a qualsiasi altra cosa riescano a trovare su di voi online.
2. Tracciamento dell’attività online
Un altro modo in cui i social media raccolgono dati su utenti non iscritti è tracciando la loro attività online su siti di terze parti. Molti siti web includono plug-in sociali come i pulsanti “Mi piace” di Facebook o “Tweet” di Twitter. Anche se non cliccate su questi pulsanti, il semplice fatto di visitare una pagina web con questi plug-in consente al social network di registrare la vostra presenza.
Inoltre, molti siti web includono “pixel” invisibili, che sono piccoli frammenti di codice che consentono ai social media di raccogliere dati sul vostro comportamento di navigazione. Attraverso questi pixel, possono tenere traccia delle pagine che visitate, del tempo trascorso su ogni sito e persino delle vostre azioni specifiche, come gli articoli che leggete o i prodotti che acquistate.
Immaginate di navigare in un sito web di notizie che ha un pulsante “Mi piace” di Facebook. Anche se non cliccate sul pulsante, Facebook registra il fatto che avete visitato quella pagina. Ora sanno che vi interessano le notizie o gli argomenti specifici trattati in quell’articolo. Possono aggiungere questa informazione al vostro shadow profile, contribuendo a costruire un quadro dei vostri interessi e comportamenti online.
3. Dedurre relazioni e interessi
Una volta che i social media hanno raccolto dati grezzi su utenti non iscritti, utilizzano algoritmi sofisticati per dedurre relazioni e interessi. Analizzando i modelli di interazione tra gli utenti, possono fare ipotesi su chi conosce chi e quanto sono stretti i legami.
Ad esempio, se il vostro amico Marco (che ha un account) interagisce frequentemente con il vostro shadow profile (commentando post in cui siete taggati o cercando il vostro nome), la piattaforma può dedurre che hai una stretta relazione con Marco. Possono quindi utilizzare le informazioni dal profilo di Marco, come la sua posizione o i suoi interessi, per arricchire il vostro shadow profile.
Possono anche dedurre i vostri interessi sulla base dei siti web che visitate e dei contenuti con cui interagite. Se cliccate spesso su articoli relativi a un particolare argomento o prodotto, il social network può dedurre un interesse per quell’area e aggiungerlo al vostro shadow profile.
4. Arricchire i profili con dati di terze parti
Per rendere gli shadow profiles ancora più completi, i social media spesso acquistano dati aggiuntivi da broker di dati di terze parti. Queste società raccolgono informazioni da una vasta gamma di fonti, tra cui registri pubblici, transazioni finanziarie, fidelity card e cronologia di navigazione. Possono avere dati sul vostro reddito, sulla vostra situazione familiare, sui vostri acquisti e altro ancora.
Combinando questi dati di terze parti con le informazioni che hanno raccolto direttamente, i social media possono creare profili incredibilmente dettagliati e invasivi, anche per persone che non hanno mai acconsentito alla raccolta dei propri dati.
Immaginate che un broker di dati abbia informazioni sulla vostra storia di acquisti da un rivenditore online. Sanno che avete comprato libri su un particolare argomento o che avete acquistato prodotti per neonati. Se un social network acquista questi dati e li collega al vostro shadow profile, ora hanno un quadro ancora più ricco dei vostri interessi e circostanze di vita, senza che voi lo sappiate.
Implicazioni per la privacy e sfide normative
La creazione di shadow profiles solleva serie preoccupazioni sulla privacy. Gli individui non hanno il controllo sui dati raccolti a loro insaputa e spesso non hanno modo di accedere o cancellare queste informazioni. Inoltre, i dati degli shadow profiles possono essere utilizzati per il targeting pubblicitario o potenzialmente condivisi con terze parti senza consenso esplicito.
Dal punto di vista legale, la pratica degli shadow profiles si trova in un’area grigia. Anche se i regolamenti sulla protezione dei dati come il GDPR in Europa hanno introdotto maggiori tutele, l’applicazione a casi di shadow profiling rimane una sfida. Le autorità di regolamentazione devono trovare un equilibrio tra la privacy individuale e le pratiche commerciali dei social media.
Cosa possono fare gli utenti?
Anche se gli individui hanno un controllo limitato sui propri shadow profiles, ci sono alcuni passi che possono fare per proteggersi:
- Essere consapevoli delle impostazioni sulla privacy quando si utilizzano i social media e limitare la quantità di informazioni condivise pubblicamente.
- Utilizzare strumenti di blocco dei tracker e considerare l’uso di una VPN per mascherare l’attività online.
- Fare pressione sui legislatori e sulle autorità di regolamentazione affinché affrontino la questione degli shadow profiles e introducano una maggiore trasparenza e protezione della privacy.
Gli shadow profiles rappresentano un preoccupante esempio di come i social media possono violare la privacy degli utenti non iscritti. Attraverso varie tattiche di raccolta dati, queste piattaforme possono creare profili dettagliati di individui senza il loro consenso esplicito. Mentre i social network traggono valore da questa pratica, sollevano importanti questioni etiche e legali che devono essere affrontate. È tempo di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte dei giganti dei social media e di una regolamentazione più forte per proteggere la privacy individuale nell’era digitale.
Dott.ssa Virginia Foci
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